Questi cinque ragazzi milanesi avevano fondato agli inizi degli anni '80 un gruppo di nome I Randa e avevano anche un certo seguito nei locali del capoluogo lombardo. Incontrarono ad un certo punto del loro percorso il noto produttore Oscar Prudente che li prese sotto la sua ala protettrice e li presentò alla discografica indipendente Mara Maionchi che fece loro pubblicare il primo disco. Certo il successo fu piuttosto esiguo e quindi si decise di cambiare nome e pelle, diventando appunto il Gruppo Italiano. Passati alla Ricordi, proposero questo pezzo, che aveva un ritmo latino irresistibile anche se con un testo tutt'altro che spensierato. Ed ecco fatto: piacque talmente tanto da arrivare secondo a Un Disco Per L'Estate e, in seguito, un vero classico estivo, ancora oggi riempipista. La band, a seguito di un non eclatante prosieguo discografico, si sciolse tre anni dopo, ma la cantante Patrizia Di Malta, ebbe un ottima carriera come ricercatissima corista e tentando un'attività solista che prosegue ai tempi nostri. Immagine calibrata e supersexy per la cantante catanese, ormai ampiamente riconosciuta tra le nostre più importanti interpreti di sempre. Con un più che ammiccante testo composto da Mogol, su musica ballabile del fratello Gianni, la nostra tenne banco per tutta l'estate, oltre a farlo diventare un vero classico delle belle stagioni. Pubblicò anche un bell'album con lo stesso titolo, in cui si misurò anche con una cover illustre di Lucio Battisti, ANCORA TU. Invece, questo brano, ebbe a sua volta innumerevoli versioni internazionali di successo, la prima delle quali, pochi anni più tardi, dell'effimera cantante Belen Thomas, che la rilanciò come AIRE, sui mercati latini, pur sempre prodotta in Italia. Sulle frequenze dell'emergente Canale 5, fecero la loro irruzione, dopo essere stati conosciuti sulle strisce del Corriere dei Piccoli, queste piccole creaturine blu, nate dalla matita del disegnatore belga Pierre Culliford, noto come Peyo, scomparso nel 1992. Questa, fu per la diciassettenne cantante bolognese, ex enfant-prodige dello Zecchino d'Oro, la canzone del lancio definitivo dopo alcune altre sigle con discrete vendite. Venne riadattata su un tema originale da Augusto Martelli, con testo di Alessandra Valeri Manera ed il 45 giri vendette oltre 500 mila copie, restando per molto tempo il disco più venduto della Five Record, etichetta del Biscione. Da segnalare nell'inciso, la presenza della voce del doppiatore originale del personaggio di Gargamella, l'attore Gastone Pescucci, scomparso invece nel 1999. La scatenatissima cantautrice veneta, aveva appena effettuato il cambio di scuderia, in cui le avevano fatto mille promesse e dato molte garanzie sui suoi progetti futuri, poi solo in parte onorati. Ad esempio, questo brano, che fece parte dell'ambizioso album FAR WEST, che inizialmente doveva essere la colonna sonora di un musical e che invece non venne mai realizzato. Il brano, scritto con l'inseparabile Claudio Rego, in se ebbe un buon successo come singolo, supportato da numerose presentazioni televisive in cui l'artista si presentava con mise da cowgirl e con la consueta dirompenza. Molto più amaro destino ebbe l'lp, che per molti fu l'inizio del suo declino discografico. I rapporti iniziati da poco con la CGD, infatti, si risolsero appena dopo l'album seguente. Uscito sul finire dell'anno prima, anche contenuto nell'album MAMMA MARIA, questo fu il primo singolo ad essere estratto. Complice il compianto Enzo Tortora, che per il secondo anno consecutivo, dopo COME VORREI, scelse questa canzone come sigla finale della sua rinata PORTOBELLO. Come sempre, squadra vincente non si cambiò e gli autori furono i consueti Cristiano Minellono e Dario Farina. Ormai, il trio genovese era anche diventato di popolarità internazionale, tanto che questo singolo, anche se cantato in italiano, uscì con successo anche in paesi come Germania, Francia, Belgio, Svizzera, Austria, Svezia, Spagna e persino in Giappone. Dopo le feroci critiche e minacce dell'anno prima, stavolta le giurie vennero palesate da subito e dislocate in piccoli centri di provincia italiani, con regolare votazione certificata. Fu cosi che l'imprevedibile graduatoria finale, vide trionfare una completa (quasi) sconosciuta anche se molto brava e dotata interprete. Letizia Oliva, da Gaeta (LT), appena arrivata dal concorso Tre Voci Per Sanremo, officiato da Pippo Baudo nella sua DOMENICA IN, che aveva concesso ai tre vincitori, appunto la partecipazione alla kermesse. Lei, dalla potente e ben calibrata vocalità che in molti vollero accostare nientemeno che a Barbra Streisand, veniva in realtà da una rock-band e aveva avuto un background più votato al soul, ma per il Festival le cucirono addosso un'immagine più tradizionale ed una canzone a lei poco congeniale, di Roberto Ferri e Maurizio Fabrizio che nel complesso, forse, diedero di lei un'idea sbagliata da cui, in seguito ha sempre tentato di discostarsi. La sua vittoria fu talmente spiazzante che anche la sua etichetta che aveva fatto stampare solo poche migliaia di copie del 45 giri, dovette correre ai ripari e far ristampare il disco in fretta e furia. Canzone insolitamente uscita solo su 45 giri per i nostri Fab Four, che la eseguivano solo in apertura dei loro concerti live della tournée precedente. Proprio per l'ottimo impatto che aveva sul loro affezionatissimo pubblico, solo in seguito decisero di inciderla e di pubblicarla. A scriverla Facchinetti, che la cantò anche in solitaria e il fido poeta Valerio Negrini, che composero anche il ben noto brano presente sulla facciata b, ANNI SENZA FIATO, che fu invece interpretato a staffetta da tutti e quattro e che era una sorta di amarcord autocelebrativo della loro già luminosa e duratura carriera sin li maturata. In quest'anno pubblicheranno invece l'album TROPICO DEL NORD, registrato nei Caraibi, particolare anche per essere stato il primo della loro produzione ad essere venduto anche sottoforma di cd. Canzone sanremese del riccioluto cantante siciliano, esploso discograficamente solo da pochi anni, anche se già nel giro sin dai primi anni '70. Successo programmato per fargli incarnare idealmente un cliché melodico, destinato soprattutto ad un pubblico di signore adulte, come per il più illustre collega Julio Iglesias. Alla sua seconda partecipazione festivaliera, dopo l'ottimo quinto posto dell'anno precedente, con questo pezzo di Mario Balducci, non andò oltre il diciassettesimo, ma in compenso il 45 giri vendette bene, così come tutti gli altri suoi singoli usciti fino alla fine del decennio. In seguito, per lui l'incantesimo si ruppe e per molti anni, a seguito anche di problemi di salute, rimase inattivo, salvo poi un ritorno recente in serate di musica da orchestra. Singolo leggero ed estivo per il valoroso musicista torinese, che piazzò questa canzone vivace e ideale per la primavera e la bella stagione, come sempre composta con i testi di Giancarlo Bigazzi e di buon successo. Secondo alcuni e in seguito, come ammise lui stesso, fu proprio con questo singolo che in realtà iniziò la famosa crisi creativa dell'artista, che con l'uscita dell'album dell'anno dopo, intitolato HURRÀ! sembrò aver temporaneamente esaurito quella vena fantasiosa che lo aveva sin li portato a mastodontici risultati anche nel resto del mondo. Sul retro, la piacevole COME UN CARILLON. In occasione della fortunata trasmissione televisiva 30 ANNI DELLA NOSTRA STORIA, condotta dallo scomparso Paolo Frajese, chiesero proprio alla virtuosa cantante lombarda una canzone per accompagnare i titoli di coda. Venne scelto questo pezzo scritto dal figlio Massimiliano Pani, Valentino Alfano e da Piero Cassano, inserito nel doppio album uscito in concomitanza, MINA 25, cosa che avverrà anche per le due seguenti edizioni. Come il programma era nato per festeggiare il trentennale della televisione italiana, allo stesso modo la Tigre, festeggiava il quarto di secolo della sua carriera, stavolta mettendo su uno dei due dischi delle sue proverbiali cover di brani di ogni genere e, sull'altro, tutti brani inediti, tra cui appunto questo.
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Giugno 2015
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