Mariella, innanzitutto la stima e l'affetto che da sempre proviamo per te ci fa subito ringraziarti per essere qui con noi. Giusto per iniziare subito con una domanda semplice. Oggi è molto difficile essere cantautori in Italia, possiamo dire che lo sia anche di più essere cantautrici?
Direi che è difficile scrivere pensando e con certo stile. Il problema è il sistema mediatico attuale. Per cantautori o cantautrici, già affermati o giovani, è complesso trovare a disposizione spazi in cui promozionare questo tipo di musica. Se non sei in radio o in TV, se non "passi", come si dice, è difficile anche fare i concerti. È un problema poi che tocca tutta la produzione musicale di casa nostra. A questo proposito sarebbe giusto richiamare l'attenzione almeno delle radio nazionali, Radiouno, Radiodue, che potrebbero porre più accento sulla musica italiana, visto che, in tempo di crisi, dobbiamo ricordare che anche quella della musica è un'industria. Viaggio spesso e volutamente mi sono impegnata a rimanere ore e ore su quelle frequenze, rilevando troppe poche trasmissioni dedicate a far conoscere la musica italiana nella sua diversa offerta soprattutto nelle fascia serale.
Conoscendo bene tutta la tua produzione, dobbiamo davvero dire che pochi altri artisti hanno saputo sviscerare i sentimenti e le emozioni più intime, come hai fatto tu. Ma un cantautore, quanto ci mette del proprio pathos quotidiano, nelle proprie composizioni?
Direi che gli occhi e la sensibilità di chi scrive raccolgono tutti i dati possibili, dentro e fuori. É un mix di esperienze personali e non, in cui possibilmente riuscire a far riconoscere anche gli altri.
Hai scritto brani per molti interpreti, alcuni davvero leggendari, per Renato Zero, Gianni Morandi, Lucio Dalla, Ornella Vanoni, Loredana Bertè, giusto per fare qualche nome... Ce n'è una che avevi scritto per qualcuno e che è rimasto nel cassetto?
Ebbene sì, ma come dice carinamente il grande Renato, "de te non se butta via niente!". Quindi magari prima o poi lo sentiamo realizzato...
È ancora valido il discorso che la prima caratteristica che un artista dovrebbe avere è la sensibilità?
Assolutamente sì, é un requisito troppo necessario all'arte. L'arte si "capta" prima di tutto, è "aria elettrica", "energia", l'artista si approccia sempre a questa disciplina spendendo una grande parte del proprio essere, del proprio sentire, di conseguenza il primo allenamento è quello di sublimare ogni attimo, è quello di vibrare all'unisono con il tutto, dal dolore all'estasi, dell'abbassare il suono di sé per percepire quello del mondo.....tutto questo come lo chiami se non sensibilità?
Molti, oggi, scrivono canzoni o comunque tentano la carriera nel mondo della musica. Quali sono i primi giusti passi che ti sentiresti di consigliare ad un giovane, per farsi conoscere e, soprattutto, farsi ascoltare.
Intanto c'è da dire che il karaoke imperante ha alzato di molto il livello interpretativo tecnico di tanti, perché avere a disposizione microfono e basi midi ha permesso a tutti e di più di cantare. Se da un lato ha fatto bene, dall'altro ha reso più difficile raggiungere il vero successo, perché una cosa è "cantare", un'altra cosa é "interpretare". Si dovrebbe cercare di essere particolari, originali, un po' speciali, si cerca una "eccellenza" e a questo dovrebbero aspirare i ragazzi che volessero ottenere un vero successo, non dovrebbero assomigliare a niente di quello che già c'è, dovrebbero sempre proporre qualcosa di nuovo, inventarlo. A chi poi volesse diventare autore, suggerisco di leggere molto, di interessarsi alle varie letterature, in tutto il mondo c'è la riscoperta della poesia. Poi mi raccomando, non basta comporre con campionamenti, studiate uno strumento per esprimere la vostra idea musicale e suonarla nel vero senso del termine o "giocarla" come il verbo "to play" inglese ricorda magnificamente.
Quando ti capita di vedere in tv i talent musicali in cui si promette sostanzialmente una scorciatoia verso la popolarità, che pensieri ti pervadono?
Mi fanno tenerezza quelle speranze un pó illuse non sempre giustificatamente. Penso alla discografia importante che non ha più forza se deve passare ormai solo da lì per cercare di lanciare qualcuno e mi spaventa pensare al domani di questi talenti già alla ribalta ma spesso privi di indirizzi o chiarezza del loro percorso artistico.
È ancora congruo, di questi tempi, secondo il tuo parere, parlare di un "cantante di successo", riferendosi solo alla posizione che occupa in classifica?
Classifica? Quale classifica? Chi le fa veramente? Chi le controlla? Si riferiscono al prodotto stampato o al prodotto venduto? Distribuito o comprato? Quanto resta lì? Quanto torna indietro? Chi sa davvero le cifre di un download? Vero o presunto? Sono come i milioni di "mi piace" sulle pagine a pagamento o i milioni di "followers" di Twitter. Sai che ci sono agenzie per averli moltiplicati no? Una volta c'erano le radio che aspettavano le richieste vere per sapere se una canzone piaceva o meno, o i juke-box dove la gente liberamente buttava dentro una monetina e sceglieva le canzoni da fare andare nell'aria... Ora qual è il sistema per capire cosa piace davvero, visto che è tutto deciso? Sarebbero da controllare e rivedere molte cose, a partire dalle "hit radio"!
Tu personalmente, come mantieni il tuo rapporto con il tuo pubblico?
Così, come con te, scrivendo, leggendo, essendo presente, senza riparo... Come vedi, in mezzo alla gente...
Oggi chi sei, rispetto alla Mariella Nava degli esordi, ai tempi del primo Festival e soprattutto, a cosa stai lavorando?
Mi sento più matura e sicura, ma sempre con tante cose da imparare. Sto lavorando a tanti progetti e in particolare ad un'etichetta indipendente che ho aperto da un anno in cui ho chiamato a collaborare tutti i più grandi protagonisti della musica italiana d.o.c. dei tempi migliori. Produttori e autori grandi che hanno dato vita alla migliore materia musicale. È bello vedere in loro rinascere quell'entusiasmo, dalla chiusura dello stabilimento storico RCA, di Roma, avvenuto un po' di anni fa, loro stessi mi raccontano che non lo avevano mai più avuto dentro e questo mi fa felice.
(Domanda facoltativa) Qualcuno in passato, aveva voluto esprimere un suo giudizio sul tuo conto, dicendo che non avresti potuto avere successo, perché ti mancava l'immagine giusta... Dopo tutta la bella carriera che hai avuto sinora, oggi cosa risponderesti?
Boh? Che forse avevano ragione e ci sorrido sopra, però!!!!
Mariella, noi siamo stati davvero felici di averti avuto qui su STEREO-BLOG e, come si fa con tutte le persone che si incontrano e che ti hanno trasmesso grandi emozioni, ti seguiremo sempre con grande affetto.
Grazie a voi, anche io!