Dopo aver passato in rassegna nel nostro spazio HIT-PARADE STORY, i primi dieci singoli italiani di ogni anno, abbiamo voluto approfondire l'argomento e dedicare un'intera rubrica anche a quelli dalla posizione numero undici alla venti, così come celebrato ai tempi d'oro della trasmissione radiofonica condotta da Giancarlo Guardabassi. La storia di questa famosissima canzone è appassionante, almeno quanto la carriera di questo interprete di Seggiano (GR). Il pezzo, era in realtà una cover del noto brano del collega Rocco Granata, la cui versione navigò benissimo in tutta Europa già dall'anno prima, ma lui una sorta di esportatore della nostra musica leggera nel mondo, dato il grande successo che con il suo gruppo raccoglieva nelle sue tournée internazionali, seppe proseguirne il percorso nelle classifiche. Formatosi artisticamente negli Stati Uniti, dove aveva avuto modo di conoscere e suonare con alcuni tra i padri del jazz, Dizzy Gillespie su tutti, tornato in Europa importò anche da noi tutto quel bagaglio. Mori a Milano, nel 1997. Una curiosità: nel suo quartetto, per qualche anno, militò anche Totò Savio, divenuto poi apprezzato autore di canzoni per molti interpreti. Questo pezzo così rappresentativo della Tigre di Cremona che in quel periodo stava cercando la definitiva affermazione dopo i primi anni in cui er nota come Baby Gate, in realtà è stato "rubato" dalla stessa ad un complesso musicale piuttosto noto all'epoca. Erano i Campioni di Roby Matano, che già avevano inciso il disco, scritto da Franco Migliacci e Bruno de Filippi. Accadde che la cantante doveva esibirsi col suo gruppo ad Ischia (NA), appena dopo di loro e, sentendola eseguire ne rimase folgorata fino a chiedere l'autorizzazione per inciderla anche lei. Inutile dire che nella sua versione, il brano si rivelò subito esplosivo e la fece sparare in vetta alle classifiche. Fu lui la rivelazione del Festival di quell'anno, pur vinto da Dallara e Rascel. Destò subito interesse questo ragazzo dalla faccia simpatica di Genova, il cui vero nome era Rino Luigi e che usava terminare le sue esibizioni con un simpatico saltino, che aveva imparato a fare suonando sulla navi da crociera, per tenersi in equilibrio in caso di virata improvvisa. Questo brano, cantato in coppia con Wilma De Angelis e scritto da Alberto Testa e Carlo Alberto Rossi, si classificò terzo a Sanremo e a lui aprì la strada verso tante altre esperienze artistiche, tra cui molti film musicarelli e dei noti caroselli. È scomparso a Pescara, nel 2007. Deliziosa canzone del cantante e poi discografico ferrarese. In molti riconoscono che il termine "cantautore" sia stato, allora, coniato proprio per lui che effettivamente non lesinava di scrivere canzoni per se ed anche per numerosi altri colleghi tra cui Mina, Nilla Pizzi e Teddy Reno. Questa però decise di tenerla per se e, arrangiata da Ennio Morricone, ottenne il giusto riconoscimento. Questo fu per lui un anno di grande affermazione, dato che solo poco prima era diventato celebre per una sua apparizione al mitico IL MUSICHIERE di Mario Riva con un discusso brano dal titolo ODIO TUTTE LE VECCHIE SIGNORE. L'anno dopo andrà al Festival per lanciare la proverbiale PATATINA, rilanciata di recente da un noto spot. Ed eccolo Mr. Volare, come nel frattempo era già stato ribattezzato anche all'estero il grande artista pugliese. Fresco di due Festival di Sanremo vinti consecutivamente e di un secondo posto a quello di quest'anno, era già una star mondiale, degno di vincere premi fino ad allora impensabili per un cantante italiano, di riempire stadi enormi con oltre 120 mila spettatori come accaduto a Caracas e di girare il mondo comparendo in programmi televisivi prestigiosi come l'Ed Sullivan Show. Questo pezzo uscì in un momento in cui era in realtà infortunato per una frattura alla gamba che si era procurato provando in teatro il leggendario RINALDO IN CAMPO, che debuttò appena l'anno seguente. Lo stesso anno lo incise anche Peppino Di Capri con buon esito. Anche lui presente in classifica, in un momento di inaudita attività dato che all'uscita di questa romanticissima canzone aveva all'attivo già qualcosa come trenta 45 giri incisi in poco più di due anni e tutti di buon successo. Qui gli venne in mente di ripescare un vecchio classico napoletano del 1904, scritto da Eduardo Riccardi ed Ernesto De Curtis, per il tenore partenopeo Fernando De Lucia, il primo ad eseguirla. Essendo un caposaldo, vantò poi nel tempo un'infinità di rifacimenti, in varie salse di cui questa del cantante isolano, rimane comunque la più popolare. Originario di Parma, apprezzato batterista sin dal secondo dopoguerra, aveva fatto parte di numerose orchestre di cui le più note sono quella di Bruno Clair e soprattutto di Gorni Kramer. Solo alla metà degli anni '50 divenne cantante e, alla fine del decennio messo come tale sotto contratto da un'etichetta. Proprio in quel mentre, incise la sua versione di questo popolare pezzo scritto da Piero Trombetta, divenuto poi punto di riferimento di molti cantanti moderni di allora. Lui proseguì incidendo altri brani in stile Fred Buscaglione, da cui fu da sempre ispirato e poi formò una sua orchestra con cui si esibiva all'estero soprattutto, fino alla metà dei '70. Oggi vive ancora a Parma alla veneranda età di 91 anni. Ebbe sicuramente un buon riscontro questo pezzo sornione come il felino raccontato all'interno del testo, ma rispetto alla fama che poi si costruì nel tempo, non sfondò. Faceva non poca fatica il sommo cantautore di Monfalcone (GO), a farsi capire al crepuscolo della sua fantastica carriera e anche in questo caao, il disco all'inizio vendette pochissimo. Ma, complici dei passaparola soprattutto tra gli addetti ai lavori, il pezzo poi andò benissimo, dando il via a tutto il resto. Un piccolo giallo è legato alla paternità del testo che ufficialmente venne intestato al giovane Mogol che, invece, solo poi si scoprì che fece solo da prestanome perché l'artista non risultava ancora iscritto alla S.I.A.E. In classifica anche questo ulteriore partecipante alla kermesse sanremese, che il valoroso cantante di Villaricca (NA), il cui nome all'anagrafe risultava essere Guglielmo Chianese, propose con Giorgio Consolini e con cui si piazzò al sesto posto. Arrivò alla manifestazione quale vero eroe del Festival di Piedigrotta e di quello di Napoli, a cui partecipava puntualmente con varie canzoni, sempre con vere ovazioni finali. Questo brano, scritto da Vian e Antonio Pugliese, gli diede modo di debuttare in italiano, anche se ancora oggi tutti ricordano suoi successi in lingua napoletana come SCIUMMO e VIENEME 'NZUONNO. È mancato a Roma nel 2003, per una crisi respiratoria. Insolito duetto del Supermolleggiato, allora agli albori e la brava cantante svizzera di Giubiasco. Lui lanciatissimo nello show-biz nostrano, aveva appena pubblicato il suo primo album, ADRIANO CELENTANO CON GIULIO LIBANO E LA SUA ORCHESTRA e stava per uscire al cinema con una parte nientemeno che in LA DOLCE VITA di Fellini. Lei, aveva appena preso parte all'Eurovision Song Contest difendendo i colori elvetici con CIELO E TERRA, nona classificata ed aveva appena firmato un contratto discografico anche in Italia. Dopo l'intero decennio fatto di successi soprattutto in terra natia ed un album prodotto dall'etichetta di Mina si è ritirata a vita privata. È scomparsa a Bellinzona nel 1991.
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Giugno 2015
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