Pensando alla tua lunga carriera, la prima riflessione è che davvero nel tuo caso l'uso della parola "poliedrico" sia appropriato. Cinema, musica, teatro, televisione, narrativa, composizione. Viene da chiedersi se ci fosse una disciplina dello spettacolo che ancora ti piacerebbe esplorare…
Non ho mai capito che lavoro faccio... Davvero! Succede che mi viene un’idea (se mi viene) e cerco di metterla giù. Tutto qui. Forse più che poliedrico sono curioso, confuso, coinvolto, entusiasta. Davvero non so… ma che importa in fondo?
I tuoi inizi sono stati subito clamorosi. e nel 1980 arriva subito l'affermazione, le radio private iniziano a spingere il tuo pezzo "Ma Quale Idea?" e diventa un tormentone tale da vincere la Mostra di Musica Leggera di Venezia e tu inizi a girare il mondo, mietendo successi praticamente ovunque. Pensi che questa canzone in qualche modo abbia segnato (e non solo positivamente) il resto della tu carriera?
Direi che quella canzone, insieme a pochi altri avvenimenti, sia stata il "flipper" della mia vita. Ha cambiato tutto e totalmente. Senza di essa forse oggi sarei un medico, un barbone, un astronauta o un lavavetri… chi puo’ dirlo? Certo non avrei imparato quattro lingue, girato il mondo per trent’anni, vissuto una vita tanto densa. Del resto basta vedere il mio sito: www.pinodangio.com … Ci vogliono ore ed ore per vedere il tutto tra canzoni, video, commedie musicali, tv italiane ed estere, comics... chissà cos’altro avrei fatto. Boh ! Non lo sapremo mai ...è la solita domanda: "Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?
Proprio MA QUALE IDEA possiamo definitivamente dire che sia stato il primo esperimento "rap" nel nostro paese e non solo. Che effetto ti fa e con quale occhio vedi questo fenomeno dell'esplosione di questo genere degli ultimi anni, con decine di giovani rappers che invadono la classifica di vendita italiana? Ne apprezzi qualcuno in particolare?
Siamo in ritardo. Il Rap è nato oltre 30 anni fa negli Usa anzi, a dir la verità e ripensandoci bene il rap l’ha inventato un italiano prima degli americani: Celentano con PRISENCOLINENSINALCIUSOL. Ormai i ragazzi italiani rapper sono in ritardo sui tempi, spesso ripetitivi. Non basta solo agglomerare rime e parole, ci vuole una forte qualità musicale, carisma, novità. Ma ormai (e non solo nella musica) tutto è copia o imitazione di qualcos’altro. C’è bisogno di aria nuova, qualcosa succederà...
Abbiamo accennato prima alla tua naturale vocazione ad essere un completo "showman", pensi che in Italia il fatto di saper fare (e bene) molte cose, possa nel mondo dello spettacolo essere un po' "croce e delizia"?
Può darsi, ma non è detto. Si crede che in Italia la gente non capisca la maionese : o uova o limone. Ma non è vero, altrimenti come sarebbero nati Modugno, Dorelli, Faletti, Gaber e tanti altri? Forse oggi c’è più distrazione, ma è il pubblico che sceglie, decide, capisce o non capisce, apprezza o non apprezza . L’unico giudice è il pubblico. Comunque si venderà sempre più detersivo per lavatrici che profumo di marca, è ovvio, naturale e forse anche giusto.
Che giudizio dai al naturale evolversi della musica italiana da quando hai iniziato tu, ad ora? Pensi che abbia preso una strada condivisibile o, ad esempio, tu avresti prospettato un'altro futuro per lei?
La musica si è “ involuta “ a livello mondiale. Non ci saranno più altri Pink Floyd o Beatles, altri Ray Charles o Steeve Wonder. La musica non paga più, non dice più o dice poco. Ad esempio, tempo fa c’erano Carducci, Pascoli, Leopardi, ma il tempo e l’enfasi delle note, con i testi moderni, aveva dato all’italia (e non solo) dei nuovi grandi poeti più attuali (ma chi ha capito che erano i nuovi Pascoli, Leopardi ecc. ecc.) Si chiamavano De Gregori, Dalla, Battisti, Fossati … ed altri . Ma c’era il poeta e l’artista, la sua intimità ed anche, obbiettivamente, un periodo storico di grande cambiamento. Oggi i computer ed il web hanno appiattito, polverizzato, depersonalizzato tutto. Ci sono ottimi musicisti che non sanno più dove suonare… a chi importa? Basta avere un programma sul pc e una tastiera e tutti sono compositori (a volte pessimi) ma sentendosi tali non ascoltano più gli altri. Siamo in un mondo dove paradossalmente tutti scrivono e nessuno legge.
Esiste, a tuo parere, una sorta di "formula giusta" per riuscire a diventare qualcuno nel mondo dello spettacolo? Una specie insomma di possibilità di "costruzione a tavolino" del successo di un artista?
Idee, personalità, talento e fortuna. Ma non è detto che tutte queste variabili bastino. Il successo si chiama così perché “succede“ e basta. Non c’è ricetta.
Tu che hai fatto anche molta televisione, sia da conduttore che da autore, come vedi il proliferare di Talent-shows imperniati sul mondo della musica e sul lancio di nuove voci?
C’è tanta confusione che anche i ragazzi bravi davvero vengono sepolti da mandrie di pessimi autori che dovrebbero tornare in terza elementare (e sarebbero !). Sento dei testi in giro (ne parlavo con Mogol giorni fa) che mi fanno già rivoltare nella tomba anche se sono ancora vivo. Anche un giovane bravo è travolto dalla folla di pezzenti mentali che vuol per forza fare "l'Artista “.
Esiste una tua canzone che avresti voluto bissasse o avvicinasse il successo di MA QUALE IDEA ma che per qualche ragione non è riuscita nell'intento?
GENTE INTELLIGENTE e UNA NOTTE MALEDETTA su tutte. Erano superiori a MA QUALE IDEA… ma è il pubblico che decide, ovvio.
Ora cosa stai facendo? E soprattutto un "vulcano vesuviano" come te, come vede il proprio futuro artistico?
Non ne ho la minima idea e come al solito navigo a vista. Ora tutto è cambiato e scrivo molto, ma non di musica. Sono stato operato di cancro alla gola sette volte e la voce è andata, la voglia pure, ma il divertimento no. Ho finito da poco un libro e mi sto occupando di un film, ma è una storia molto particolare e profonda, perfino innovativa… Se son rose fioriranno.
(domanda facoltativa) Come accade a tutti i grandi artisti, capita che ci siano dei "buchi neri" nella propria carriera. Su Internet gira ancora il video di quel famoso spiacevole episodio alle selezioni di "Sanremo Emergenti 1989". A distanza ormai di un quarto di secolo, non possiamo non farti questa domanda: "Pino, svenisti davvero?"...
Ne ho parlato a DOMENICA IN con la Venier due mesi fa. Era una finta obbligata.. Ero all’estero (Spagna credo… ) e mi chiamò il mio discografico (Gramitto Ricci) dicendomi che Aragozzini, allora patron del Festival di Sanremo, mi voleva a tutti i costi. Cercava una cosa “diversa” dalle solite canzoni d’amore sanremesi dell’epoca. Dissi di no, che con Sanremo non c'entravo niente, non era il mio ambiente né il mio pubblico… Ma lui insisteva e accettai. Quando tornai in Italia vidi che mi avevano messo tra gli esordienti! Protestai e mi arrabbiai. Esordiente ? Avevo già venduto più di due milioni di copie, mi conoscevano in tutto il mondo: in Spagna, Inghilterra, Germania, Belgio, Argentina ecc. ecc. ballavano le mie canzoni e mi mettete tra gli esordienti?! Mi fu detto che era stato necessario, all’epoca a Sanremo c’era il Palarock associato al festival con ospiti internazionali e la mia casa discografica (non era una multinazionale con artisti stranieri) non poteva fornire ospiti internazionali… quindi al mio posto tra i big era stata inserita una cantante di una Major americana che garantiva due ospiti stranieri gratis. Dissi che mi sarei ritirato e mi dissero: "Non si può, saremmo nei guai con Aragozzini". Dissi: "Mi do malato…" "Non si può, si scatenerebbe una corsa al posto per sostituirti all’ultimo momento e andremmo tutti in cattiva luce col comune e gli organizzatori". Insomma, ero stato messo al massacro e basta. Decisi di “svenire in diretta“ e tirarmene fuori in maniera irreparabile... Lo rifarei.
C'era anche Claudio Lippi, mio caro amico (su Raiuno quando l'ho raccontato alla Venier) lui capì subito, ma dopo 30 anni ancora adesso mi guardava in studio come se gli fosse stato rivelato l'arcano. Meccanismi dei mass-media. Fa parte del gioco. E' sempre tutto un gioco.
Grazie per aver accettato il nostro invito e sappi che noi di STEREO-BLOG non ti perderemo d'occhio nemmeno per un attimo.
Grazie a voi ma anche... peggio per voi! Al mio posto potevate intervistare i Pink Floyd!!! Intanto buon lavoro e ovviamente… vi auguro il meglio!