Reduce da un'incredibile successione di imbroccatissime hits da primi posti in classifica e da un ottimo risultato di vendite che lo vide essere di fatto il vincitore morale dell'edizione precedente del Festival, l'architetto/cabarettista di Luino (VA), tornò sul luogo del delitto e presentò, come da prassi, un altro dei suoi brani nonsense ma dal retrogusto amaro, anticipando Elio e Le Storie Tese, nell'invenzione della "canzone con una sola nota", affiancato dall'artista reggae delle Antille Papa Winnie. In contemporanea uscì anche il suo secondo album, LIMITIAMO I DANNI. Era pure reduce dall'infelice esordio al cinema come regista ed attore del suo primo film, VOGLIAMOCI TROPPO BENE, vero flop della stagione, ritirato dalle sale dopo pochissimi giorni, in cui recitava accanto agli improbabili Barbara D'Urso, Marco Predolin ed Enzo Braschi. Canzone non tra le più celebrate dello sfortunato cantautore lucano, eppure piccolo gioiellino per ottima fattura, composta con il fratello Armando e con cui partecipò al Festival, in abbinamento con il popolare cantante inglese Leo Sayer, tradotta come THE MOTH AND THE FLAME. Lui stava per dare alla luce il nuovo album, invece molto apprezzato da pubblico e critica e da alcuni inteso tra i suoi migliori, SIRTAKI, che venderà oltre 500 mila copie. In contemporanea collaborò anche con la collega e compagnia di scuderia Mietta, per la quale scrisse tre brani e con cui iniziò un duraturo sodalizio. Quell'anno vinse anche la Vela d'Oro, consegnatagli a Riva del Garda (BS). Leggendaria storia di una rinuncia celebre, all'ultimo minuto, legata a questa canzone. Era già stata incisa e preparata giusto per partecipare in gara a Sanremo, scritta da Danilo Amerio e Luciano Boero per Patty Pravo che, però, poco prima della gara, pare per il fatto che, ripensandoci, la trovò troppo poco adatta al suo personaggio e decise di abbandonare il progetto. L'etichetta decise dunque di girarla alla cantante barese, che la registrò in poco tempo, dandole una connotazione più appassionata e sensuale e, a salire sul palco ligure, fu lei. Affiancata dagli effimeri eroi della LAMBADA, i brasiliani Kaoma, centrò il bersaglio e subito dopo la kermesse, per lei diventò persino un vero e proprio cavallo di battaglia che lei seppe indossare come un perfetto abito da sera fatto su misura. Singolo estivo di medio successo, per l'autodidatta e magistrale talento napoletano, ancora ebbro della grande affermazione avuta al Festival due anni prima, quando a sorpresa, la sua ANDAMENTO LENTO, dopo la gara fece il botto, durando in vetta alle classifiche per lungo tempo, fino a superare l'intera bella stagione. Riprovando l'esperienza l'anno successivo con E ALLORA E ALLORA, le cose andarono molto meno bene ed è per questo che stavolta si optò per l'estate con un pezzo come sempre carico di suoni e di colori multietnici. In vena di far intendere a fans ed addetti ai lavori, che nonostante le sue recenti prestazioni in ambienti più pop, in realtà dentro batteva ancora un cuore da rocker. Fu questo il singolo di lancio, infatti, del suo album IL FALCO E IL GABBIANO che proprio, simboleggiando sull'enorme contrasto tra i due uccelli, voleva dimostrare proprio anche questa ambivalenza del cantautore milanese, in fatto artistico, cosa confermata anche nel successivo PETER PAN. Il nostro era anche reduce da una buona tournée con cui aveva insolitamente e in modo pionieristico, voluto girare l'intera Unione Sovietica, a pochi mesi dal crollo del muro di Berlino, spianando la strada ad altri suoi colleghi. Ci voleva proprio lui, per riportare a casa la vittoria, dopo ben ventisei anni, all'Eurovision Song Contest, a seguito della collega Gigliola Cinquetti. E per ottenerla, il cantautore toscano giocò d'astuzia, portando in gara proprio una canzone corale, dedicata all'Unione Europea che stava per nascere proprio di li a due anni. Il disco andò benino da noi e insolitamente molto meglio all'estero, soprattutto in Francia, Svizzera, Austria e in Olanda, nonostante fosse cantato nella nostra lingua e, ancora oggi, non si è riusciti a trovare un degno successore alla sua gloria. L'anno seguente fu la RAI a dover organizzare l'evento che si svolse a Cinecittà, nel disinteresse del nostro paese e la cui conduzione venne proprio affidata a lui e alla cantante veronese che, diedero una prestazione come presentatori non certo esaltante. Enormi controversie legate all'uscita di questo singolo che, di fatto, ebbe il merito di lanciare e sdoganare dai locali del capoluogo lombardo, la pirotecnica band milanese. Inserito nell'album THE LOS SRI LANKA PARAKMARABAHU BROTHERS, ne anticipò l'uscita ma, dopo pochi giorni dovettero ritirarlo dal commercio a seguito della denuncia della casa editrice del bollettino ufficiale dei Testimoni di Geova, che si offese per la riproduzione della loro testata sulla copertina del singolo. Poco entusiasta anche Dino Verde, autore di RESTA CU' MME, anch'essa citata. Inoltre, avendo nel brano citato più volte, senza autorizzazione, il popolare pezzo BORN TO BE ALIVE di Patrick Hernandez, ci furono ulteriori proteste e, a loro, non restò altro da fare. Quest'ultimo però firmò un armistizio definitivo quando, nel 1997 decise di essere il protagonista del video che nel 1997 si fece del brano, in occasione della nuova versione. Oggi il maxi-single che conteneva il brano originale rappresenta per i collezionisti una vera rarità. Pezzo di grande valore e di inestimabile bellezza composto dai vecchi amici Franco Califano e Carla Vistarini, con Luigi Lopez e Massimo Cantini, per la compianta interprete calabrese, anche lei in definitivo rilancio dopo il plauso totale dell'anno prima per ALMENO TU NELL'UNIVERSO. Non vinse, quell'edizione del Festival, ma in compenso portò a casa per la terza volta il premio della Critica, che dopo la sua scomparsa le verrà dedicato per sempre. Al suo fianco, in doppia esecuzione, il messicano Manuel Mijares, tradotta in spagnolo come LA NEVADA. Quell'anno uscì in concomitanza anche l'album LA MIA RAZZA, in cui erano contenute composizioni di vari cantautori come Minghi, Ruggeri, Gragnaniello, Dodi Battaglia e Giangilberto Monti. Una curiosità: il pezzo era stato pensato inizialmente oer un'altra sfortunata grande artista italiana scomparsa prematuramente, ovvero Gabriella Ferri. A cinque anni dall'ottimo esperimento con L'ULTIMA POESIA, i due fratelli catanesi tornarono in coppia anche loro sul palco del teatro Ariston, con questo brano scritto dai fratelli Gianni e Rosario e da Daniele Di Gregorio. La sorella, invece, colse l'occasione di lanciare il suo nuovo lp, che portava lo stesso titolo e che aveva appena finito di registrare a Londra, con molti testi scritti da Mogol. Per l'esecuzione internazionale, grande attesa ci fu per l'esibizione dell"illustre sorella di Michael Jackson, La Toya che non brillò certo per doti canore e che la trasformò in YOU AND ME. Bisognerà attendere ben diciassette anni per vedere di nuovo entrambi insieme in gara al Festival, visto che tornarono solo nel 2007 con FOREVER PER SEMPRE. Bella prova estiva per la cantante piacentina che, a questo punto della sua carriera: cambiò entourage, autori, genere e anche il look, più fresco e congeniale a lei. Tutto ciò le diede una nuova linfa che la rilanciò molto soprattutto tra i più giovani che fino ad allora l'avevano assorbita più come cantante melodica. Questo motivo trascinante invece le fece riavere successo anche in Spagna, dov'era già nota in passato e servì da veicolo anche per il nuovo album LA VITA SI BALLA, prodotto da Franco Ciani, primo marito e collaboratore della collega Anna Oxa ed autore del brano insieme a Mauro Paoluzzi. La metamorfosi si compirà completamente l'anno seguente, quando tornerà al Festival per cantare IL MARE PIÙ GRANDE CHE C'È (I LOVE YOU MAN), ulteriore brano rimasto nella memoria.
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Giugno 2015
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