L'estate è sempre stata per il cantautore romano la stagione più prolifica e proficua. Estive erano, ad esempio, QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE ed E TU... E fresco vincitore del Festivalbar, l'anno seguente pubblicò singolo ed album che portavano lo stesso titolo. Sontuosi gli arrangiamenti di Luis Bacalov. La frase iniziale del testo: "Passerotto, non andare via...", azzeccatissima, diventò presto una frase fatta utilizzatz da tutti e, il modo fragile ed ibedito di parlare di sentimenti da parte di un uomo, fecero immedesimare talmente tanto i nostri connazionali, da regalargli non solo un grande risultato di vendite, ma anche uno dei suoi maggiori successi di sempre, restando per ventidue settimane tra i primi dieci in classifica. La leggenda narra che all'epoca tutto l'entourage della Tigre, le sconsigliò di incidere questo brano, il cui testo allusivo e spregiudicato scritto da Cristiano Malgioglio, sembrava essere poco attinente all'immagine più familiare e naturale delka cantante lombarda, peraltro appena reduce dai fasti televisivi di MILLELUCI. Lei, invece, s'impose ed ebbe ragione due volte. La prima per le vendite clamorose del singolo, inserito anche nell'album LA MINA, la seconda perché proprio per la sua atmosfera sensuale e voluttuosa, il brano seppe regalarle un'immagine nuova e disincantata, rendendola sicuramente più popolare ed umana. Il pezzo vanta poi, pure una versione inglese, una francese ed una spagnola. Questa del "Mimmo nazionale", possiamo dire sia stata una delle sue numerose e intuitive folgorazioni. Aveva casualmente ascoltato un pezzo francese del popolarissimo in patria Claude François, LE TÈLÈPHONE PLEURE e se ne innamorò. D'altronde questo mix di cantato e recitato si metteva perfettamente al servizio dell'istrione e, oltretutto in un momento storico in cui nel nostro paese il melodrammatico spopolava. Infatti non si esitò un attimo e dal brano venne subito ricavato un film strappalacrime con Modugno e Francesca Guadagno, la stessa bimba della canzone, cone protagonisti. Nella pellicola appariva anche un giovane Claudio Lippi e la bimba, oggi è una delle più stimate doppiatrici italiane. Dalla colonna sonora di un capolavoro dell'horror di Dario Argento, ecco il brano di punta che con il suo celebre arpeggio di base diede ancora più da star svegli di notte agli italiani. Dietro al nome del gruppo, ispirato da un celebre personaggio della Marvel, c'era sostanzialmente un figlio d'arte come Claudio Simonetti ed il suo amico Massimo Morante che fecero ascoltare dei demo al regista, subito mostratosi entusiasta. Lui cercava giusto dei sostituti per completare il commento musicale, dato che aveva appena litigato con l'originale maestro incaricato. Dunque, dato l'incarico, consegnò alle hit-parade dell'epoca questo pezzo, ancora oggi venerato ed ispiratore. Gli anni '70, è cosa nota, erano famosi per aver conclamato definitivamente il fenomeno dei "complessi musicali", nel nostro paese. Nascevano spesso nelle cantine di periferia, iniziavano a suonare nei locali della loro zona e poi, notati da un discografico, riuscivano ad abbandonare la terra natia, per conquistare l'intero stivale. La cosa avvenne anche per questi cinque ragazzi salernitani, che vennero lanciati da un'etichetta romana e resi celebri, bisogna proprio ammetterlo, un po' in tutto il mondo. Complice fu questa lacrimevole, ma molto intensa canzone che raccontava lo strazio di una giovane coppia, divisa dalla partenza di lui per il servizio di leva. In tutto il mondo, si commossero e fecero di questo brano un successone che vanta una ventina di versioni anche di grandi interpreti ed una ventina di milioni di copie vendute, più di uno solo in Italia. Curioso il fatto che, visto il riscontro, si decise di farne un ideale seguito, intitolato DOLCE AMORE MIO, in cui invece, la ragazza della coppia, racconta di non aver resistito un anno senza lui e di essersi fatta un'altra storia.. Claudia Moroni da Roma, si sa, era nata come bellissima e interessante attrice di cinema, già da prima di conoscere Celentano, lavorando con registi di prim'ordine come Visconti e Aldrich. In questo periodo aveva appena finito di girare ben due film per la regia del grande Pasquale Festa Campanile. Già dal 1964 aveva fatto però la comparsa anche nel mondo della canzone con il brano NON GUARDARMI, versione italiana di THE LO-CO-MO-TION di Little Eva. Nel '74, sotto la supervisione di Paolo Limiti, usci il suo album FUORI TEMPO e solo l'anno dopo il 45 giri di questo brano trovò il successo fino a restare in prima posizione in classifica per lunghe settimane ed entrare per sempre nell'immaginario collettivo, come la canzone-simbolo delle amanti. I vincitori di quella che, di fatto, fu l'ultima compianta edizione di Canzonissima, furono davvero acclamati ed adottati dai telespettatori che poi, a frotte, compravano i loro dischi. Coraggiosa, per i tempi, operazione da parte della casa discografica, che mise insieme i due, provenienti da esperienze e da realtà totalmente diverse, per dar loro un'affermazione definitiva, dopo i rispettivi ma ormai un po' lontani successi. Il progetto, ebbe senza dubbio anche un risvolto sociale, dato che per la prima volta in Italia, si affrontò con disinvoltura il tema delle "coppie miste". Il duo, resistette per ben sette anni, ma il matrimonio della cantante con Fabrizio De Andrè, lo fece bruscamente separare. Wess è scomparso prematuramente nel 2009, negli Stati Uniti. Il cantante bello e dannato, ebbe negli anni '70, il suo periodo migliore, fatto di grandi risultati raccolti da noi e all'estero, anche grazie ad un affiatato team che confezionava per lui canzoni che gli calzavano a pennello. Aveva debuttato solo due anniprima al Festival con VADO VIA e nel '74 sfiorò la vittoria con PICCOLA E FRAGILE a Un Disco Per L'Estate. Nell'autunno dello stesso anno usci l'album SERENO È... che appunto conteneva questo brano che protrasse le vendite per gran parte dell'anno successivo che lo vedrà aggiudicarsi il Festivalbar con DUE. Faranno sicuramente specie alle giovanissime genererazioni, i loro "look" alquanto vistosi e sgargianti, ma chi c'era all'epoca sa benissimo che allora erano assolutamente "di moda" i capelli fonatissimi, i basettoni cespugliosi e gli abiti che sembravano rubati ad un "evocatore" di Elvis Presley. Erano sicuramente un complesso che piaceva molto alle ragazze dell'epoca, ma anche alle loro mamme. Perchè nonostante l'immagine da rockstars maledette, in realtà i gemelli Ivano e Silvano Michetti da Roma , Giorgio Brandi e il cantante Flavio Paulin da Trieste, sapevano cantare e suonare brani d'amore e storie che ben si potevano associare a quei fotoromanzi Lancio, che tanto andavano per la maggiore in quel periodo. L'Italia, allora aveva ancora voglia di sognare, nonostante tutto. Il loro modo di cantare "in falsetto" era frutto dei loro esordi nel coro polifonico della Cappella Sistina, dove avevano mosso i primissimi passi. Con i singoli precedenti e con questa canzone, si fecero gran largo anche negli altri paesi latini, Spagna in primis. Può una canzone del 1932 diventare un ulteriore successo discografico più di quarant'anni dopo? Domandatelo a Paul Bradley Couling da Llanfrechfa, Galles. Il cantante, ex dei Primitives, era già da qualche tempo sulke tracce di una nuova identità musicale, che forse stentava un po' a definirsi e, provvidenzialmente arrivò l'opportunità per lui di incidere questo brano lanciato dal grande Vittorio De Sica nel film GLI UOMINI, CHE MASCALZONI... e che sarà la sigla di un ciclo di film ritrasmessi dalla Rai, a lui dedicato. E schizzò subito in vetta, a soli un paio d'anni prima di incontrare sul suo percorso il cavallo FURIA.
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Giugno 2015
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