Che nella composizione il musicista di Poggio Bustone (RI), fosse praticamente un genio, per le sue invenzioni musicali, era già cosa nota nell'ambiente, ma qui seppe ulteriormente stupire tutti. Sostanzialmente, captò prima di tutti in Italia, la tendenza musicale che di li a pochi mesi avrebbe travolto l'intero pianeta, ovvero il fenomeno della disco-music e lo fece suo, ovviamente condendolo con guizzi strumentali alquanto personali e peculiari. Ai testi come di prassi, badò Mogol, anche lui in stato di grazia creativa, che si inventò questo inedito dialogo a una voce davvero inusuale. E il risultato fu presto ottenuto, con buoni proseliti anche in lingua spagnola. Fece poi parte del leggendario Lp LUCIO BATTISTI, LA BATTERIA, IL CONTRABBASSO, ECCETERA... A dispetto del fatto che durante la bella stagione, musicalmente si abbia voglia solo di evasione e di motivetti-tormentone, durante quell'estate gli italiani decretarono il successo di questo brano che possiamo senza ombra di dubbio annettere tra le perle della nostra musica leggera. Giancarlo Bigazzi ne scrisse il testo e lo stesso Bella la musica. Non mancò il colpo e vinse il Festivalbar ed andò ben oltre i nostri confini spopolando soprattutto nei paesi di lingua spagnola dove diventò DE AMOR YA NO SE MUERE. Fu per il cantautore catanese la definitiva affermazione anche come cantante, dopo averla già assaporata l'anno precedente con la pur bella PIÙ CI PENSO e dopo aver composto tutti i più popolari pezzi di sua sorella Marcella. Dopo l'insperato successo di Sergio Endrigo con le sue canzoni (tradotte) per i più piccoli, furono in molti a seguirne le orme, a volte con la scusa di siglare programmi televisivi, altre per cercare in qualche modo di rinnovare la propria immagine. Accadde così che anche un valoroso uomo di musica come il cantautore nato in Eritrea, con la complicità di Pippo Baudo, incise questa filastrocca, che fece da apertura ad ANTEPRIMA DI UN COLPO DI FORTUNA, erede della defunta CANZONISSIMA. Esplose subito in classifica e, ancora sotto etichetta Numero 1, di proprietà di Lucio Battisti, ritrovò la gloria. Si erano appena spente le eco di clamorosi brani come BELLA SENZ'ANIMA e L'ALBA e il cantautore di nascita vietnamita, uscì con un ulteriore capolavoro, davvero da storia della musica leggera. In questo caso si avvalse dell'illustre collaborazione di Vangelis, ex-membro dei mitici Aphrodite's Child e, sei anni dopo, premio Oscar per la colonna sonora di MOMENTI DI GLORIA, che ne curò gli arrangiamenti. L'interprete, si era intanto costruito una fama da "cantante rabbioso", che qualcuno guardava con curiosità nelle sue esecuzioni dal vivo, proprio per vedere a che livello di sovraeccitazione sarebbe arrivato. Il pezzo fece parte anche del fortunato album CONCERTO PER MARGHERITA. Da un grande successo del piccolo schermo, una sigla che ne ebbe altrettanto e che sicuramente contribuì al suo seguito. Dietro questo strano pseudonimo si nascondevano gli ineffabili fratelli Guido e Maurizio De Angelis, che dopo aver invano tentato la strada dei cantautori solisti, s'inventarono questo progetto e le cose andarono a gonfie vele. D'altronde prima delle avventure della Tigre di Mompracem, erano già stati premiati dalle colonne sonore dei film di Bud Spemcer e Terence Hill. In questo brano suonò amche Enrico Ciacci, fratello maggiore di Little Tony e ai cori due cantanti del gruppo dei Pandemonium. Come volevasi dimostrare: anche il cantante emiliano, npn resistette alle lusinghe della musica per bambini. Aveva già cercato la strada incidendo UN MONDO DI FRUTTA CANDITA, scritta von Ivano Fossati e Oscar Prudente, con molte critiche e poche vendite. Era decisamente in un momentaccio artistico e, comunque sempre sostenuto dalla Rca che lo curava sin dai suoi esordi, si diede al mondo della televisione quasi totalmente. Qui figurava nel cast dell'avveniristico programma del sabato sera RETE TRE affianco a Ombretta Colli e a lui venne affidata la sigla finale. Contariamente a quanto si è sempre pensato, la voce del bimbo, non è del figlio Marco, bensì della figlia Marianna e di un altro bambino di nome Andrea Zambrini. Altro giro, altra sigla.. e ancora Pippo Baudo, diretto responsabile dell'operazione. Alla fine dell'anno, il programma di rito, collegato alla Lotteria Italia fu CHI? una sorta di Cluedo televisivo che appassionò solo parzialmente i telespettatori dell'epoca. In compenso questa canzoncina che accompagnava il cartone animato di Guido Manuli, prodotto da Bruno Bozzetto, e apriva la consueta anteprima domenicale, convinse molto. Scritta anche questa da Bruno Lauzi, venne affidata al poliedrico musicista/cabarettista di Murano (VE), preparatissimo esponente di quel popolare teatro-canzone, di stanza al Derby di Milano. Il coro era I Nostri Figli, della sempreverde Nora Orlandi. Sicuramente tra i più rappresentativi gruppi del decennio, il funambolico complesso di artisti, provenienti da svariate esperienze personali, incarnava l'ideale del "circo musicale", tanto in uso nel periodo. L'idea di base fu di Ciro Dammicco, anche lui poco fortunato solista, che ebbe pure l'intuizione di togliere le parole ad un suo brano di scarso successo e trasformarlo in SOLEADO, che vendette milioni di copie nel mondo. Ritrovata la parola, oarteciparono al Festival di quell'anno e pur piazzandosi solo ottavi, il oezzo vendette più di tutti gli altri e proseguì il suo percorso in classifica per tutta l'estate seguente. Dopo l'eclatante risultato di vendite internazionale di TORNERÒ e dopo aver imposto il cosiddetto nuovo filone "neoromantico" nella musica pop italiana, questi cinque ragazzi di Salerno, sembrarono inarrestabili. Infatti anche questa piccola perla a 45 giri, fece centro nel cuore degli italiani e fec loro proseguire la marcia. Va segnalato come nonostante nei negozi i loro dischi e le loro musicassette andavano a ruba, la Rai faticava non poco a trasmetterli radiofonicamente, almeno in questa fase e la loro fortuna fu dovuta soprattutto alle nascenti radio private che invece li programmavano a ripetizione. Non era certo un periodo facile, quello, per un giovane cantautore italiano che volesse emergere nelle classifiche di vendita discografica. La fuori c'era tutta una rivoluzione musicale in corso, in cui si dava soprattutto conto alle sonorità che provenivano da oltreoceano o dal Regno Unito. E mentre anche in tutto lo Stivale si iniziava a ballare sulle note della disco-music, si fece largo questo giovane di Acquarica del Capo (LE), che con il suo grande talento poetico e le sue musiche molto in linea con una certa scuola cantautoriale dell'epoca, ma con arrangiamenti nuovi e molto caratterizzanti, riuscì a colpire nel segno. Lui, in realtà aveva già vinto al FESTIVAL DI CASTROCARO, quattro anni prima e, nel 1974, fu tra i pochi degni di nota al Festival, con la sua FIUME GRANDE. Ma quell'estate tutti gli occhi e le orecchie, erano puntati su di lui. Va sottolineato come, mentre in terra natia sia un po' stato messo da parte, nei paesi sudamericani, l'artista sia ancora acclamatissimo e stimato.
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Giugno 2015
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